La villa ha attraversato i secoli: ha vissuto l’epoca del dominio spagnolo, delle truppe francesi di Napoleone III, del Risorgimento italiano e alla Spedizione dei Mille. E’ stata teatro di incontri ed eventi che hanno contribuito a scrivere la storia dell’Unità d’Italia.
1600
La famiglia Caccia è proprietaria in Vaprio di caseggiati, terreni e castello. Il 4 ottobre 1602 viene arrestato dagli Spagnoli Giovanni Battista Caccia, detto il Cacetta, noto come il Don Rodrigo della Valsesia per le sue malefatte. Processato a Milano, viene decapitato nel 1605 ed i suoi beni vengono confiscati.
1688
La Camera Ducale vende villa e proprietà annesse al conte Galeazzo Visconti fu Giovanni.
1800
Il Duca Gaspare Maria Visconti vende le proprietà a Felice Bono. Egli era cugino di Adelaide Bono, sposata Cairoli, i cui figli sono i fratelli del Risorgimento Italiano.
1860
Figlio di Felice Bono e nipote di Adelaide Bono Cairoli è Gaudenzio Bono, garibaldino, che partecipa alla spedizione del Mille assieme ai cugini Enrico e Giovanni Cairoli.
1867
Gaudenzio Bono muore nel 1867 nella battaglia di Mentana, in cui i Garibaldini soccombono contro le truppe franco-pontificie.
1890
Rina Travelli, vedova di Napoleone Bono, vende la proprietà alle famiglie Moroni e Biroli.
A Carlo Moroni succede Ettore, sposato con Omodei Zorini e successivamente con Andreina Soldani. Sarà il podestà di Vaprio nel periodo fascista.
1935
Francesco Cantoia, pittore originario di Cavaglio d’Agogna, dipinge la chiesa parrocchiale dell’Assunta e
realizza, con l’aiuto di Giovanni Albergante, i dipinti oggi presenti in villa.
1950
Fino agli anni ‘50 il giardino era “all’italiana” con viali in ghiaia definiti da cordoli in serizzo che delimitavano aiuole laterali. Tra frutteto e giardino era la “piscina” o vasca per i pesci. Tutt’oggi presente é la fontana con al centro due putti. Nascosta dal bambù é la ghiacciaia: un ambiente a cupola inumata in mattoni, utilizzata come deposito di alimenti per la loro conservazione.